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La Temperanza

Updated: Apr 10, 2020

Superare la schiavitù delle passioni.





Contenuti, e spunti per la riflessione

Scrive Platone: “Il più grande bene per l’uomo è interrogarsi su se stesso, e indegna di essere vissuta è una vita senza tale attività” (Apologia di Socrate 28,38a). La riflessione su questo tema è cara alle culture di ogni tempo e latitudine. Nell’occidente essa ha trovato la sua formulazione più pregnante nel famoso adagio gnôthi sautón, “Conosci te stesso”, scolpito sul frontone del tempio di Apollo a Delfi.

Conoscere se stessi può essere riferito anche all’essere consapevoli del nostro stato d’animo, dei nostri pensieri e l’autoconsapevolezza è anche una forma di attenzione nei confronti dei nostri stati interiori dai quali dobbiamo cercare di non essere sopraffatti.

In psicologia si usa il termine “metacognizione” quando si intende la consapevolezza dei processi del pensiero e “metaemozione” per indicare la consapevolezza delle proprie emozioni.

La padronanza di sé, dunque, cioè la capacità di resistere alle tempeste emotive, conseguenze delle condizioni di vita avverse, è una delle virtù elogiate già fin da Platone. Misura, equilibrio, saggezza permettono di condurre una vita sana ed equilibrata.

I cristiani la chiamano “Temperanza”.

La virtù della temperanza tocca direttamente la persona che attraverso di essa prende di mira se stessa e la propria condizione, e cerca di moderare gli slanci della natura umana. Attenzione: la temperanza non si oppone alle inclinazioni dell’uomo, ai suoi desideri, ma invita a farne un uso armonico e costruttivo. Ma non per questo deve essere considerata come opposta alla gioia. La temperanza non è nemica della gioia o del divertimento o della realizzazione personale, ma questi obiettivi non devono diventare il fine da raggiungere a ogni costo, anche attraverso la sofferenza di altri.

Nella Scrittura leggiamo che coloro «che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali» (1Tim 6, 9-10). A che cosa si allude: all’arricchirsi disonesto, le spese sfrenate per il lusso e i divertimenti senza controllo, la corruzione che nasce dall’avidità.

La temperanza pone degli argini al desiderio perché non arrivi a denaturare la persona nella sua ricchezza interiore e permette di produrre effetti benefici per ogni individuo.

Temperanza è anche buon umore, stato emotivo e razionale che è capace di equilibrare la battuta e lo scherzo perché non diventino scurrili, offensivi e deleteri nei rapporti interpersonali. Papa Francesco ha ricordato che «il malumore non è un segno di santità» e che «a volte la tristezza è legata all’ingratitudine, con lo stare talmente chiusi in sé stessi da diventare incapaci di riconoscere i doni di Dio» (n. 126). Il Papa cita San Tommaso Moro: «Mi si rimprovera di mescolare battute, facezie e parole scherzose con i temi più seri. Credo che si possa dire la verità ridendo. Di certo si addice meglio al laico, quale io sono, trasmettere il proprio pensiero in modo allegro e brioso, piuttosto che in modo serio e solenne, come fanno i predicatori».



Traguardi per lo sviluppo delle competenze

L’alunno coglie le implicazioni etiche della fede cristiana […]. Inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza e impara a dare valore ai propri comportamenti, per relazionarsi in maniera armoniosa con se stesso e con gli altri, con il mondo che lo circonda.

Obiettivi di apprendimento (EVIDENZE)

L’alunno sa esporre le principali motivazioni che sostengono le scelte etiche dei cattolici in un contesto di pluralismo culturale e religioso. Si confronta con la proposta di vita cristiana come contributo originale per la realizzazione di un progetto libero e responsabile.

LIVELLO AVANZATO

L’alunno, individua i valori del cattolicesimo nell’ambito delle relazioni affettive e del contesto culturale e religioso in cui vive. Li interiorizza, li rispetta e si confronta con i compagni aprendosi al dialogo.

LIVELLO INTERMEDIO

L’alunno, individua i valori del cattolicesimo nell’ambito delle relazioni affettive e del contesto culturale e religioso in cui vive. Li interiorizza, li rispetta e si confronta con i compagni.

LIVELLO BASE L’alunno, individua i valori del cattolicesimo nell’ambito delle relazioni affettive e del contesto culturale e religioso in cui vive. Li rispetta e si confronta con i compagni.

LIVELLO INIZIALE L’alunno, guidato dal docente, individua i valori del cattolicesimo nell’ambito delle relazioni affettive e li rispetta.

Attività

Dopo una breve introduzione proposta dall’ insegnante ispirata ai contenuti descritti sopra (circa 10 minuti), in cui sia chiaro l’obiettivo da raggiungere, si realizza la seguente attività:

Gioco di ruolo

Procedimento e mezzi:

- se si è in classe, dividere i ragazzi in gruppi da quattro;

- in DaD, usare la chat privata per permettere agli alunni di lavorare in coppia;

Proporre ai gruppi, o alle coppie, già formati, le situazioni che si vengono a creare e che sono lo specchio della vita reale. Lasciare che ciascun gruppo decida su quale concentrarsi (5 minuti). Se si vuole, si può lavorare tutti sulla stessa situazione dopo averla decisa insieme. Ogni gruppo dovrà mettere in atto delle soluzioni valide per risolvere il problema legato al contesto scelto (15 minuti) e dovrà essere in grado di rappresentare la soluzione imbastendo una breve drammatizzazione o descrivendo con attenzione le varie fasi come indicato nella scheda allegata.

Confronto finale

Si partecipa attentamente e ordinatamente a una rappresentazione per ogni tipologia e il gruppo classe al termine di ognuna, interviene per consigliare e proporre ulteriori soluzioni in base alla propria esperienza. (30 minuti).

Se il tempo non è sufficiente si può proporre ai ragazzi di continuare la riflessione attraverso un forum o durante la lezione successiva.

CONTESTI

1) Prima proposta. Daniele quando mi parla, lo fa con un continuo atteggiamento di sfida. La cosa mi irrita parecchio, gli rispondo a tono ma non è sufficiente a farmi stare bene e quando torno a casa sono arrabbiato con tutti, rimugino tra i miei pensieri e mi sento triste, non mi va di fare niente e non voglio parlare con nessuno. Queste emozioni negative mi fanno stare male e non so come uscirne.

2) Seconda proposta. La mia migliore amica ieri pomeriggio non si è fatta sentire, non so come mai, in genere mi scrive sempre dopo pranzo. Le ho inviato un messaggio, ma non lo ha letto. Ieri sera, prima di andare a dormire, ho letto nel suo stato un saluto rivolto a una nostra compagna di classe. Ero infastidita e non riuscivo a prendere sonno. Vorrei tanto urlarle in faccia il mio risentimento.

FASI

a) Confrontatevi: quale emozione prova il protagonista? Perché? Qual è il problema?

b) Proponete dei consigli da dare al protagonista

c) Valutate i pro e i contro delle proposte

d) Come potrebbe essere completata la storia? Drammatizzate la scena con una possibile soluzione finale, oppure scrivete la conclusione.

e) Confronto finale con la classe.



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