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Giudicare: un male diffuso

Updated: Feb 18, 2022


“A volte la tentazione di giudicare gli altri senza sapere molto sul loro conto, pensando di conoscere fatti a sufficienza, può essere molto forte. Essere vittima del giudizio altrui non è piacevole, ma spesso ce ne dimentichiamo.

Quante volte abbiamo avuto la sensazione che altri si permettessero il lusso di parlare di noi senza conoscere i fatti? Quante volte abbiamo siamo caduti in questo errore magari preannunciando qualcosa che si è avverato davvero (profezia auto-avverata)?


(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n.141, Mart. 24/06/2014)

Viviamo in una società fortemente giudicante e competitiva e l’utilizzo irresponsabile dei social ce lo dimostra ogni giorno. Ci sono persone capaci di gettare fango e massacrare con grande superficialità chiunque, con la convinzione di essere sempre dalla parte giusta e in una posizione di superiorità. L’umiltà e l’empatia sono, per dirla in termini scolastici, competenze rare!!

“Chi giudica si mette al posto di Dio e così facendo va incontro a una sconfitta certa nella vita perché verrà ripagato con la stessa moneta. E vivrà nella confusione, scambiando la “pagliuzza” nell'occhio del fratello con la “trave” che gli impedisce la vista”. Papa Francesco più volte ha ripetuto parole come queste durante omelie e riflessioni. Si tratta di un invito a capire e difendere gli altri e non a giudicarli.

E ancora insiste: «giudicare gli altri ci porta all’ ipocrisia». E Gesù definisce proprio «ipocriti» coloro che si mettono a giudicare. Perché, ha spiegato il Papa, «la persona che giudica sbaglia, si confonde e diventa sconfitta».

Nel Vangelo Gesù dice chiaramente che l’atteggiamento di giudicare era quello che apparteneva ai Dottori della legge che chiama “ipocriti”. Chi giudica ha la pretesa di mettersi al posto di Dio, un posto che dal punto di vista di chi è credente, non gli spetta.

Chi giudica sarà giudicato. Sparlare degli altri è una forma di giudizio.

“Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello”.

È quella che nella spiritualità si chiama la correzione fraterna, ma quando uno è riuscito a togliersi la trave che ha conficcato nell'occhio, gli passa la voglia di andare a cercare le pagliuzze negli occhi dei fratelli.

Questa abitudine a giudicare con superficialità e allo stesso tempo con cattiveria l’altro, resta sempre molto diffusa nel vivere quotidiano, avvelenando spesso anche le relazioni più importanti e rendendoci incapaci di aprirci agli altri senza provare diffidenza e avere pregiudizi. Il motivo di tanta violenza verbale dove va ricercato: nella competizione? Nella paura di non farcela? Nella superbia?

Direi che su questo potremmo riflettere un po’ .

Dopo la breve cornice si propone ai ragazzi di lavorare a coppie anche se siamo in DAD.

Chiedere ad ogni coppia di cercare una notizia attuale, o un esempio di vita quotidiana, in cui si assiste alla distruzione di una persona anche attraverso i social. L’ambito della ricerca può essere diverso a seconda dell’età degli alunni. Il tempo da dedicare all’attività è di circa 10 minuti. Possiamo disconnetterci e riconnetterci dopo questo lasso di tempo, se siamo in DAD, per permettere ai nostri alunni di gestire al meglio i device e lavorare ai fini della ricerca in modo più agevole.

Al rientro, dopo aver brevemente elencato tutti gli esempi, riflettere sulle cause che portano ad agire in questo modo. Il docente dovrà essere un ottimo moderatore per evitare di andare fuori tema: dobbiamo ricordarci di cercare le cause che portano la persona a giudicare con violenza (paura? Ignoranza? Superbia? Interessi personali? Ricerca di approvazione?

In alternativa alle cause, si potrebbe anche stilare un elenco di parole che feriscono.

Nei ragazzi l’azione del giudicare spesso sfocia nelle prese in giro, nelle offese, nell’etichettare l’altro per motivazioni che vanno dall’aspetto fisico, al modo di vestire di atteggiarsi… Stilare un elenco di parole che feriscono potrebbe essere un’occasione per riflettere anche sul proprio modo di comunicare con l’altro.

Nulla vieta di fare l’una e l’altra riflessione rimandando il lavoro alla lezione successiva.


ANTIDOTO DEL VELENO DEL GIUDICARE:

L’autenticità di una persona si vede dai frutti: se arricchiscono e comunicano la vita, allora vengono da Dio. Quindi l’antidoto contro il veleno del giudicare è: essere capaci di produrre bene per gli altri, ecco perché è importante alimentarsi solo di ciò che è bello e buono.

“Beato chi possiede uno sguardo buono perché non è tentato di giudicare gli altri, sa cogliere negli altri anche poche briciole di bontà e non è mai paralizzato dal male che vede: ma chi possiede un occhio cattivo anche solo con lo sguardo ferisce, divide, esclude, condanna!” Enzo Bianchi On Twitter

Propongo un power point trasformato in video, per parlare di Gesù, un Maestro che non giudica ma che accoglie.

Buon lavoro!


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