La speranza
- Maria Angela Mazzantini
- Apr 19, 2020
- 5 min read
Updated: Feb 18, 2022
Educare alla speranza

Il tempo che viviamo è fortemente caratterizzato dalla precarietà e dall'imprevedibilità circa il futuro. In questi ultimi mesi, la sconcertante realtà della pandemia, sta facendo vacillare anche gli animi più coraggiosi. Stiamo toccando con mano una verità: il mondo sfugge al nostro controllo provocando nell'animo di ciascuno paura e angoscia.
Se ci aggiungiamo che oggi “Assistiamo al trionfo di una cultura che privilegia l'effimero e l'attimo fuggente. Non c'è più ricerca di senso. Si vive con poche speranze e prospettive, nutrendosi di progetti a brevissima scadenza. Il futuro non è più equivalente di promessa, ma di incognito e minaccia. Sembra vincere sempre più il mito di Narciso. Oggi le ideologie politiche e le utopie sociali sono venute meno. Molti uomini sono delusi per sentire il futuro come promessa. Subiamo il dilagare della barbarie, la banalizzazione della giustizia, la glorificazione del più forte, la competizione, l'idolo del libero mercato...” (Enzo Bianchi, 18 novembre 2013, Convegno pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana), sentiamo che tutto questo ci tocca molto da vicino preoccupandoci tanto da farci dimnticare il vero significato della speranza.
Che cos'è la speranza: “Speranza è frutto di un acuto discernimento per trovare una direzione e un senso. Vivere senza speranza è disumano. Se non c'è speranza non riusciamo a farci umani, cadendo nella violenza e nell'aggressione dell'altro. L'uomo vive di attese e di piccole speranze quotidiane, e per scommettere sull'avvenire. La speranza è sempre centrata sul noi è mai sull'io. È comunionale e appartiene al mondo della fede. Fondandosi sulla fiducia la speranza accompagna lo sviluppo psicologico dell'esistenza. Ci si fidanza scambiandosi un anello che si chiamava "fede": ‘io metto fiducia nell'altro’. Perciò la speranza è una cosa vitale per l'uomo. La speranza è davvero qualcosa che concerne la nostra umanizzazione, una lotta contro la disperazione e l'accidia, misto di indifferenza e rassegnazione”.
Ai nostri alunni diciamo di sperare o li mettiamo in guardia dalla speranza?
Siamo davvero in grado di passare ai nostri alunni messaggi di speranza? Papa Francesco rivolgendosi ai giovani dice: «Non lasciatevi rubare la speranza, per favore, non lasciatevi mai rubare la speranza». Portate la gioia di Cristo «in tutto il mondo, fino alle periferie». Non fatevi illudere dalla «sete di denaro»: «nessuno lo può portare con sé, il denaro lo deve lasciare». «La mia nonna - racconta il Papa - ci diceva: bambini, il sudario non ha tasche (…) ’Non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo. Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento. La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesu’, che è in mezzo a noi, nasce dal sapere che con lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti’». (© Avvenire, 23 marzo 2013)
Certamente la speranza cristiana non è mero ottimismo, come lo stesso Papa Francesco ha affermato in diverse occasioni, ma attesa dell’incontro con Cristo. Eppure la forza della speranza è un motore che i cristiani conoscono bene e che dovrebbe renderli capaci più di altri a infondere fiducia e coraggio nel prossimo e nel futuro, anche attraverso la propria testimonianza. La forza della speranza è un dono che ci mette in dialogo anche con chi non crede, è quindi potente e grande è il suo messaggio che va orientato verso il bene di ognuno per la costruzione di una società migliore e più umana.
Proviamo a fare delle riflessioni sulla speranza che ci propone Daniel Goleman nel suo libro: Intelligenza emotiva.
Sapete che gli studenti più inclini alla speranza sono in grado di prefiggersi obiettivi più alti e sono in grado di impegnarsi per raggiungerli? A parità di doti intellettuali, ciò che distingue il profitto di uno studente dall'altro è proprio la speranza.
Ricordate la leggenda di Pandora?
“Pandora, una principessa dell’antica Grecia, ricevette in dono dagli dei invidiosi, della sua bellezza un vaso misterioso. Sebbene fosse stata ammonita di non aprirlo mai, un giorno, sopraffatta dalla curiosità e dalla tentazione, Pandora sollevò il coperchio per sbirciarvi dentro; ma così facendo liberò all'esterno le grandi piaghe che affliggono il mondo: malattie turbamenti, follia. Nel fondo del vaso rimase l’unico antidoto che può rendere sopportabili le miserie della vita del genere umano, la speranza appunto.
I ricercatori moderni sono sempre più consapevoli che la speranza non si limita a offrire briciole di consolazione in una landa di dolore; essa ha invece un ruolo sorprendentemente potente nella nostra vita, in quanto costituisce un vantaggio in situazioni diverse, influenzando il rendimento scolastico o la capacità di sopportare impegni gravosi” Se si ha la speranza si hanno i mezzi per raggiungere i propri obiettivi, quali che siano. “Dal punto di vista dell’intelligenza emotiva, sperare significa non cedere all’ansia tale da sopraffarci, non assumere atteggiamenti disfattisti o non arrendersi alla depressione di fronte ad imprese difficili o all’insuccesso”.
Come procedere dunque per parlare di questo grande valore che si intreccia profondamente con le emozioni?
Potremmo organizzare due lezioni sull’argomento:
Prima lezione: sia in DAD che in presenza si può proporre un video, di seguito ne trovate due, il primo più adatto alla secondaria di primo grado, il secondo invece alla secondaria di secondo grado. La scelta è soggettiva.
Per guadagnare tempo il video potrebbe essere assegnato il giorno prima della videolezione, creando un’aspettativa su quello che sarà l’argomento del giorno.
Durante la lezione proporre un brainstorming sulla parola speranza e raccogliere le idee. (Contemporaneamente o successivamente alla lezione, l’insegnante potrebbe raccogliere le idee in una nuvola di parole con uno dei tanti programmi disponibili (per esempio: https://wordart.com/create ).
Sicuramente al termine del brainstorming tantissime saranno le riflessioni, i dubbi, le “accuse” … le richieste…
Seconda lezione:
A causa della mancanza di speranza molti giovani non sanno come imparare a definire gli obiettivi e trovare il modo di raggiungerli. Questo crea mancanza di fiducia nel futuro e in sé stessi. Molti si abbandonano alla tristezza e al disfattismo. Ma prima che la mente sia presa in ostaggio da questi pensieri negativi, possiamo invitare i nostri alunni a trovare il modo di progettare e sperare.
Prima cosa da fare è chiarire quali sono obiettivi a lungo termine e quali quelli a breve termine, attraverso i quali è possibile raggiungere i primi.
Obiettivi a lungo termine: suonare la batteria, migliorare la relazione con una persona cara: genitore, amico, ragazzo; esercitare la professione desiderata…
Obiettivi a breve termine. Esempio: per suonare la batteria cercare informazioni su come si suona, cercare qualcuno che ci dia lezioni, trovare un modo per guadagnarsi i soldi con cui comprare la batteria…
Dividere la classe a gruppi di 3 o 4 persone. Ognuno dovrà focalizzare l’attenzione su un obiettivo a lungo termine e stabilire tutti quelli a breve termine che gli permetteranno di raggiungerlo, come se fossero i gradini di una grande scalinata. Tempo 15 minuti.
Al termine: confronto tra i risultati delle consegne. Discussione sulle possibili difficoltà e risorse per superarle.
Vi ricordo che per formare i gruppi, molte piattaforme per la DAD hanno questa funzione. Nel caso in cui questo non fosse possibile, il lavoro può essere fatto con tutta la classe facendo attenzione a moderare bene gli interventi perché è importante che tutti possano esprimersi.
Ecco alcuni passi tratti dal NT per riflettere sul significato della speranza nel Cristianesimo
“Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità” 1 Corinzi 13, 13
“Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell'ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza”. 1 Tessalonicesi 4, 13
“Noi invece, che apparteniamo al giorno, siamo sobri, vestiti con la corazza della fede e della carità, e avendo come elmo la speranza della salvezza”. 1 Tessalonicesi 5, 8
“E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza” 2 Tessalonicesi 2, 16
“A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non porre la speranza nell'instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne”. 1 Timoteo 6, 17
Buon lavoro!
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